Al via i lavori per la legge di Bilancio
- Administrator
- 18 set
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Il cantiere della legge di bilancio per le imprese inizia a prendere forma e sul tavolo dei tecnici del Tesoro sono arrivate nelle settimane scorse le proposte, con relative richieste di copertura economica, dei vari ministeri.
Al netto della possibile proroga dell’ Ires premiale, una partita sulla quale sono ancora in valutazione più opzioni tecniche, il pacchetto imprese potrebbe valere quasi 8 miliardi di euro potenziali. Solo il rinnovo di Transizione 5.0 – in chiave semplificata, accorpando anche il 4.0, e rimuovendo il vincolo Dnsh (non arrecare danni significativi all’ambiente) che costituisce una barriera per le industrie più energivore – può pesare fino a 4 miliardi, cioè l’entità delle risorse che si stima avanzeranno una volta scaduti i termini dell’attuale piano finanziato dal Pnrr.
Un’ulteriore quota – che costerebbe tra 4 e 5 miliardi se accolta interamente – riguarda misure verticali, cioè interventi di settore. Il ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) guidato da Adolfo Urso insieme al ministero della Salute che fa capo a Orazio Schillaci propone un intervento che copra almeno in parte i costi che gravano sulle imprese del biomedicale in virtù del cosiddetto payback, il meccanismo che impone alle aziende fornitrici di dispositivi medici di restituire alle Regioni il 50% dello sforamento del tetto di spesa annuale per questi prodotti. La misura allo studio potrebbe valere circa 1,3 miliardi: le aziende del biomedicale proprio nei giorni scorsi hanno pagato il saldo - ridotto a 500 milioni dai 2 miliardi iniziali - relativo al payback 2015-2018. Il nuovo intervento dovrebbe riguardare il payback 2019-2022 che per le imprese vale circa 3,7 miliardi (anche se è da chiarire il calcolo degli acquisti di dispositivi Covid).
Secondo i calcoli presentati al ministero dell’Economia, servirebbe invece una dote di circa 1 miliardo per lanciare davvero un programma di politica industriale per lo spazio, a sostegno sia delle imprese strutturate sia delle Pmi e le start-up. Il veicolo da alimentare potrebbe essere il «Fondo per l’economia dello spazio» che la legge sulla space economy entrata in vigore lo scorso 25 giugno ha istituito nello stato di previsione del ministero delle Imprese e del made in Italy. Il fondo è stato creato con una dotazione minima – soli 35 milioni per il 2025 – proprio perché l’obiettivo è alimentarlo con una robusta dotazione pluriennale in legge di bilancio. Le risorse andrebbero a finanziare lo sviluppo produttivo e la valorizzazione commerciale delle attività nazionali nel settore della space economy, con un mix di contributi a fondo perduto e operazioni finanziarie.
C’è poi il capitolo dei contratti di sviluppo, che torna d’attualità quasi in tutte le leggi di bilancio. Quest’anno ci sono da fare valutazioni diverse, perché lo strumento è stato ampiamente finanziato dal Pnrr per quanto riguarda i settori innovativi strategici e con impatti sulla transizione ecologica. Ulteriori risorse poi si potrebbero liberare nell’operazione sponda tra fondi Pnrr e fondi nazionale che si farà per utilizzare gli avanzi Pnrr di Transizione 5.0. Per questo in manovra potrebbe finire un finanziamento dei contratti di sviluppo mirato al settore del turismo, per un’entità ancora da stabilire.
Il ministero delle Imprese punta poi a rimodulare e rinnovare con 250 milioni il credito d’imposta, in scadenza a fine anno, riservato a investimenti per il design e per l’ideazione estetica, inclusi i nuovi campionari per dare ossigeno al settore della moda. Nel contempo, la legge di bilancio potrebbe essere il contenitore per rifinanziare gli incentivi previsti dalla legge sul made in Italy per gli investimenti rivolti alla transizione ecologica e digitale nel settore tessile, della moda e degli accessori. Infine, a comporre il pacchetto, ci sarebbe il rifinanziamento di altri strumenti e agevolazioni, tra i quali gli Accordi per l’innovazione.
Fonte Il Sole 24 Ore