top of page

Piano Simest 2025-2027

  • Administrator
  • 28 ott
  • Tempo di lettura: 4 min

Simest ha presentato il nuovo Piano strategico 2025-2027, con il quale punta a a supportare investimenti complessivi per 28 miliardi (il 40% in più rispetto al triennio precedente che vedeva già una crescita del 55%) da riservare alle imprese, il 90% delle quali sono Pmi. Un ulteriore scatto in avanti che si accompagna a una vera e propria «rivoluzione copernicana» per dirla con le parole della ceo Regina Corradini D’Arienzo, appena riconfermata per un secondo mandato alla guida della società del gruppo Cdp.

«Questo nuovo piano, per la prima volta consolidato in quello di Cassa Depositi e Prestiti, porta con sé alcune trasformazioni innovative che sono nate dal confronto con le imprese, in primis Confindustria, e da una convergenza politica sotto la regia della Farnesina perché sono strumenti che richiedono una norma primaria. La prima è che la parte più qualitativa dei nostri investimenti, quelli legati all’innovazione nonché alla doppia transizione (energetica e digitale), sarà aperta anche alle imprese delle filiere che ancora non esportano». Il motivo lo spiega la stessa top manager: «Se continuiamo a puntare solo sulle imprese esportatrici, raggiungeremo un target limitato rispetto al totale delle aziende italiane». Un cambio di approccio necessario, dunque, per poter centrare quei 700 miliardi di euro di esportazioni italiane entro fine 2027, indicati nel Piano d’azione per l’export italiano nei mercati extra-Ue firmato dal ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani.


Insomma, la direzione è tracciata e Simest si sta già muovendo in tal senso poiché da tempo la società ha rivolto la sua attenzione alle filiere strategiche, mettendo in campo accordi ad hoc con aziende medio-grandi che alimentano una filiera in grado di arrivare anche alle imprese più piccole: «Negli ultimi mesi abbiamo già siglato otto accordi di filiera raggiungendo 2mila imprese, il 70% delle quali sono Pmi - prosegue la ceo di Simest - e stiamo ragionando con loro per capirne le esigenze di investimento e individuare i mercati esteri a loro più affini». Un aspetto, quest’ultimo, non da poco. Perché, come ribadisce più volte Corradini d’Arienzo, «il confronto e l’ascolto delle imprese e dei loro bisogni è un processo per noi continuo e irrinunciabile, nella consapevolezza della nostra responsabilità verso un’attenta azione di sostegno ai loro rinnovati bisogni».

Non a caso, grazie a questo scambio costante, Simest ha affinato ulteriormente i suoi strumenti, potenziando quelli a sostegno delle imprese che investono in geografie in crescita. E qui lo sguardo è concentrato soprattutto su quei mercati strategici, dall’Africa - il “cuore” del Piano Mattei fortemente voluto dal governo Meloni - all’America Latina, ai Paesi del Golfo, all’India, che sono al centro del piano della Farnesina, con cui la società si muove in stretta sinergia. «Dalla fine dello scorso anno - prosegue la numero uno di Simest - ci sono due strumenti di equity puro sia per far crescere le Pmi a livello internazionale, entrando nel loro capitale con un investimento a lungo termine (8 anni), sia per rafforzare gli investimenti infrastrutturali di aziende italiane in giro per il mondo». In che modo? Simest ha messo a punto uno strumento mirato in coordinamento con Cdp e sotto la regia della Farnesina. «In questo caso - chiarisce Corradini D’Arienzo - la nostra presenza nell’equity di aziende che partecipano a gare internazionali in campo infrastrutturale arriva fino a 25 anni. Questa misura è stata da noi proposta e così varata nella manovra di bilancio e le regole d’ingaggio non cambiano, nel senso che il supporto di Simest si attiva solo se le imprese si impegnano contrattualmente a coinvolgere una filiera molto ampia. Un impegno che poi verifichiamo».


Da un lato, dunque, il rafforzamento degli strumenti. Dall’altro, l’ampliamento dei mercati strategici, da ultimo l’India dopo le iniziative avviate in Africa e in Sudamerica. E ora Simest sta valutando anche una misura ad hoc per gli Usa. «Sotto la guida della Farnesina e d’accordo con Cdp, stiamo pensando a un pacchetto di strumenti che sia operativo dall’inizio del 2026 e che permetta alle imprese italiane impegnate nel mercato americano di avere maggiori benefici, rispetto a quelli che sono i nostri ordinari strumenti partecipativi, sia a sostegno delle esportazioni e sia quando faranno investimenti diretti».

Un assist in più, quindi, a favore delle aziende che potranno beneficiare altresì anche di dilazioni di pagamento più lunghe nelle loro interlocuzioni con i buyer esteri. «Anche qui - continua la ceo - siamo intervenuti in risposta alle istanze delle imprese che lamentavano problemi di competitività con i competitor esteri sui beni durevoli e abbiamo studiato nuove misure», alle quali si affianca anche a un grande lavoro di riduzione dei tempi di accesso e di messa a terra degli strumenti targati Simest. Che punta altresì a rafforzare l’attività di affiancamento e trasferimento del know how sui mercati internazionali alle imprese. «Per raggiungere questo obiettivo - conclude Corradini D’Arienzo - stiamo seguendo due strade. Una è quella dei presidi all’estero che stiamo intensificando: l’ultimo lo abbiamo aperto a Nuova Delhi, a fine novembre aprire un nuovo ufficio a Riad, in Arabia Saudita, e subito dopo a New York. La seconda ci porta a lavorare sugli hub di conoscenza, a partire dal Mezzogiorno, prioritario nel nostro piano, dove vogliamo creare una piattaforma, insieme a università, associazioni industriali e locali, per diffondere conoscenza internazionale e fiducia tra le imprese, facilitando l’accesso ai mercati esteri».


Fonte Il Sole 24 Ore

Post recenti

Mostra tutti
Nuovi interventi da Simest

Nuovo pacchetto targato Simest, la società del gruppo Cdp per l’internazionalizzazione, che ruota attorno a tre binari. Il primo è...

 
 

©2025 di NewsImprese.

notizie agevolazioni imprese

bottom of page