I fondi per il venture capital alimentati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) entreranno nel capitale di rischio delle Pmi innovative e con elevato potenziale di sviluppo, non quotate in mercati regolamentati, che si trovano nelle fasi di: sperimentazione (seed financing), costituzione (start-up financing), avvio dell'attività (early-stage financing) o sviluppo del prodotto (expansion, scale up financing). Tra i beneficiari degli interventi ci saranno le start up innovative che investono in: intelligenza artificiale, cloud, industria 4.0, cybersicurezza, utilizzo di fonti di energia rinnovabile, economia circolare, mobilità sostenibile, gestione dei rifiuti e stoccaggio di energia. Le risorse complessive messe in campo sono pari a 550 mln. È quanto prevedono quattro schemi di decreto definiti dal ministero dello sviluppo economico, guidato da Giancarlo Giorgetti.
In particolare, uno degli schemi di decreto fornisce le disposizioni atte a consentire la realizzazione dell'Investimento 3.2 «Finanziamento di start-up» previsto nell'ambito della Missione 4 «Istruzione e ricerca», Componente 2 «Dalla ricerca all'impresa», del Pnrr. Le risorse, pari a 300 mln, saranno utilizzate ad integrazione del Fondo di sostegno al venture capital, per il finanziamento delle operazioni di sostegno alle imprese target. Le risorse con cui il Pnrr contribuirà a finanziare gli interventi sono investite nel fondo di investimento mobiliare «Digital transition fund», che investirà in start up innovative con elevato potenziale e in Pmi con progetti innovativi e scalabili già avviati. Un importo pari ad almeno il 40% delle risorse andrà alle imprese delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il sostegno è volto a favorire la transizione digitale delle filiere negli ambiti: Intelligenza Artificiale, cloud, assistenza sanitaria, Industria 4.0, cybersicurezza, fintech e blockchain.
Con un budget di 250 mln, previsto dal secondo schema di decreto Mise, verranno finanziati investimenti volti a favorire la transizione ecologica delle filiere negli ambiti, in particolare, dell'utilizzo di fonti di energia rinnovabile, dell'economia circolare, della mobilità sostenibile, dell'efficienza energetica, della gestione dei rifiuti e dello stoccaggio di energia, ovvero di altri ambiti della transizione ecologica. Per tutte queste finalità, il Fondo Gtf («Green transition fund» di cui alla Missione 2, Componente 2, Investimento 5.4, del Pnrr) opererà attraverso investimenti diretti o indiretti a favore di start-up o di Pmi innovative. Nell'ambito di un accordo finanziario, che verrà siglato tra il Mise e la sgr di Cassa depositi e prestiti, verranno definite le modalità operative per l'attuazione della strategia di investimento prevista dai due predetti schemi di decreto (ambiti applicativi, tipologia di sostegno, ecc.).
Gli altri due schemi di decreto Mise riguardano modifiche al dm 27 giugno 2019 (fondo sostegno al venture capital) e attuazione del dl n. 121/2021 (opere pubbliche del Min. trasporti).
Fonte ItaliaOggi
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